Alzi la mano chi, passati i “bagordi” delle festività natalizie, non ha pensato che fosse arrivata davvero l’ora di rimettersi in forma!
E allora via al rinnovo dell’abbonamento in palestra, a tisane detossinanti, diete ipocaloriche o comunque più attente e… ad un taglio drastico agli zuccheri.
Se però il caffè amaro proprio non piace (in effetti, non è che sia proprio il massimo…), ecco che il dolcificante sembra essere la soluzione ideale per non perdere completamente il piacere del dolce, ma senza eccedere con le calorie.
E qui “casca l’asino”. Perché in effetti il “problema” quando si parla di dolcificanti (intensivi o naturali) è proprio questo: riuscire a trovare un buon “compromesso” tra un taglio adeguato all’apporto calorico giornaliero (priorità delle priorità) e il gusto; i consumatori sembrano essere ben restii a scegliere di acquistare qualcosa che abbia un gusto sgradevole, anche quando se fa bene.
Il fruttosio è una delle soluzioni di maggiore successo negli ultimi anni, in grado di unire brillantemente i due aspetti. Meno conosciuto come levulosio, è uno zucchero semplice che si trova in natura in molti alimenti; la frutta innanzitutto, lo dice il nome stesso, ma anche nel miele e in alcune verdure.
Il più dolce di tutti
Proprio così. Il fruttosio è il più dolce tra tutti i dolcificanti naturali: ne basta poco per ottenere risultati brillanti, per questo molti produttori di alimenti e bevande lo usano in sostituzione di altri zuccheri e carboidrati con minore potere dolcificante.
Non solo fa bene il suo lavoro principale, ma esalta il sapore degli alimenti, lavora molto bene con altri zuccheri e amidi, ha maggiore solubilità rispetto al saccarosio, protegge la texture nei cibi surgelati.
Ha l’indice glicemico più basso in assoluto tra gli zuccheri e sembra indurre una risposta glicemica ridotta rispetto a quanto facciano gli altri monosaccaridi; si tratta di un fattore di interessante per chi soffre di diabete.
Per le caratteristiche di cui sopra, negli ultimi anni il mercato degli alimenti e bevande formulati con fruttosio è cresciuto notevolmente.
Sono davvero molti i prodotti disponibili. Solo negli Stati Uniti, per esempio, sono stati lanciati oltre 15.000 prodotti dal 2010 ad oggi.
Anche in Italia il mercato è florido.
A questo proposito, può essere interessante sapere che la maggior parte del fruttosio presente sul mercato è di origine sintetica, ricavato da mais o zucchero, e che da un punto di vista chimico non ci sono differenze tra fruttosio naturale e fruttosio prodotto industrialmente.
Il fruttosio, anche quello sintetico, non è da confondere con lo sciroppo di mais ad alto contenuto in fruttosio (HFCS): il fruttosio infatti è tale al 100%; lo sciroppo, invece, è costituito per il 55% da fruttosio e per il 45% da glucosio. Si tratta quindi di due prodotti completamente diversi, è bene sottolinearlo.
Quando si desidera dare un taglio a calorie e zuccheri, il fruttosio quindi può essere un’alternativa ai dolcificanti intensivi e allo zucchero bianco, sempre nel quadro di uno stile di vita corretto, non sedentario, e un’alimentazione varia ed equilibrata.
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